La camerata 2 rapidamente si sta completando e io con l’esperienza di un giorno in più degli altri, assisto e do consigli sulla disposizione del casermaggio che il resto dei compagni ha appena ritirato.
Nella foga dei preparativi esce una voce che dice: “non trovo più la mia borsa valigia”.
Nella camerata cala il silenzio.
Dove azzo può essere andata da sola una borsa?Dopo un vuoto di memoria ho il ricordo di tutti i Capocamerata in fila a prendere cazzuolate per colpa mia.
Che sfiga essere anche il Capocamerata.
La borsa valigia è riapparsa alla fine del corso!
Il senso di questo raccontino sta nel fatto che non ho mai serbato rancore per il mio compagno di camera come non fosse mai successo.
Il Capocamerata Michele
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CAMERATA DUE
(solo a scriverlo mi sembra di risentirne l’odore)
Eran dieci giovinetti, rannicchiati in stretti letti
Ed allora raccontiamo di quei dì come eravamo
Di Venezia raccontava, il tranquillo Miki Fava
Mentre con aspetto stanco lo guardava Alberto Zanco;
Non trovava la valigia, aspettava la befana
Ma scoprì, Chistian Fontana,
che Bellò gliela imboscò.
L’entusiasmo per gli Alpini non sfiorava Steffenini
Mentre gli sedeva a fianco un pacato Andrea Franco
Inseguendo il suo guadagno, se ne andò Manuele Magno
Di capelli ne avea più d’uno, dal Friùl Pilosio Bruno
Sempre fine, mai “vulgaris”, era roby De Fabianis
Ma nel quinto letto a destra, proprio sotto la finestra
Stava, immerso nel suo tanfo, il simpatico Tribanfo,
Non di certo tra i più belli, era Fulvio Marcandelli
sonetto del Tribanfo Fulvio Marcandelli