Potrei cominciare così:
“Nel mezzo del cammin di nostra vita ci ritrovammo”… in quel fatidico gennaio 1982 presso la caserma Cesare Battisti in Aosta e lì ebbe inizio la nostra straordinaria avventura, ed amicizia.
In realtà Io, ma penso anche tutti i miei compagni, era ciò che volevano, ossia, trasformare quell’anno di obbligo militare in qualcosa di costruttivo.
Nessuno di noi poteva però immaginare che quei cinque mesi passati alla SMALP ci avrebbero trasformati.
Ricordo bene seppur sono passati tanti anni quei giorni: le facce spaesate, spaventate, ma al contempo entusiaste per aver raggiunto quel primo obiettivo.
Ricordo la vestizione, il barbiere, l’assegnazione delle camerate, le urla dei nostri sottotenenti, le continue corse durante le traversate del piazzale della caserma, la vaccinazione, le fantastiche escursioni, gli assurdi orari fatti di minuti fra una attività e quella successiva, le lezioni, gli addestramenti, la marcia a suon dell’INNO ITALIANO, in completa autonomia, in preparazione al GIURAMENTO, e dell’atteso riabbraccio con genitori ed amici.
Già in quella occasione, senza nemmeno accorgerci eravamo cambiati, lo spirito di gruppo, aveva fatto breccia nei nostri animi, ma ancor di più lo aveva fatto la bandiera Italiana, era sbocciato in noi il senso di PATRIA, di dovere, si sacrificio, sentimenti da quel giorno sempre mi accompagnano, ma che non si devono ritenere personali, anzi, vanno con insistenza insegnati ad altre persone.
Anche se non ricordo bene tanti del nostro corso, non potrò mai dimenticare coloro che con me soggiornavano nella camerata 10, con loro ho trascorso uno dei più belli ed entusiasmanti periodi della mia vita, con loro ho condiviso doveri, sacrifici, delusioni, serenità e tanta felicità.
Sono loro ancora oggi, seppur vivono molto distanti, i miei migliori amici.
Grazie Alberto, Andrea, Ezio, Marco, Mauro, Stefano e Roberto
Grazie a tutto il 106°
Grazie ITALIA.
Vi sembrerà strano, e spero di non essere il solo, ma da quando è terminata la nostra avventura militare, ogni qual volta sento l’inno Italiano mi commuovo, mi sento felice, mi sento patriota, questo è lo spirito che la SMALP mi ha insegnato, e che cerco di trasmettere a mio figlio e a tutti i miei collaboratori, a volte mi rammarico pensando a quanto senso civico potrebbe trasmettere alle nuove generazioni, qualche mese di quella naia che ormai non esiste più.
Saluto tutto il 106 e arrivederci.
Il capocamerata Paolo Uberti